Opening time... is Death Time

Anche Oméga udì il fruscio. La cosa non gli piacque affatto, percui, si alzò e si mise accanto a Ronald. Il canide annusava l'aria ma non capiva che cosa potesse essere. Facciamo attenzione sussurrò Potrebbe essere un felide, sai che noi canidi e i felidi non andiamo proprio d'amore e d'accordo. concluse. Il cielo si rabbuiò per via delle nuvole temporalesche, e un forte odore di pioggia si diffuse. Oméga spiegò all'amico In questo modo non può sentire il nostro odore. Lo svantaggio, è che neanche noi possiamo sentire il suo.

Uhm...non ne ho idea. borbottò Oméga. Tu che ne pensi? Oméga era confuso, non sapeva che fare, in fondo, era un nemico, per cui, secondo logica, andava ucciso. Ma era così piccolo e indifeso...v-vi p-prego balbettò il cucciolo n-non u-uc-uccidetemi. la voce gli usciva debole e insicura. I due canidi di sicuro, lo intimorivano, soprattutto lo sguardo lampeggiante di Oméga, ora blu elettrico, ora giallo oro. Beh...potremmo farci dire dove sono nascosti i cln felini... suggerì Oméga, arricciando leggermente il labbro superiore, in segno di disgusto-minaccia.

Sono pienamente d'accordo. disse Oméga. Senti, cucciolo disse in un tono fermo e sicuro, Nessno ti farà del male. Sì, per ora. pensò brusco, ma, ovviamente non lo disse ad alta voce. Oméga si sedette e si dette na grattata. Uff! Che pizza sti felini. sussurrò. Un lampo balenò nel cielo e poco dopo esplose un tuono; tanto, che l'ordine di lampi e tuoni fosse giusto o no, per Oméga era lo stesso, dato che era lui a controllarlo. Il canide fissava la lince con i suoi occhi cangianti. Ehi, Ronald, che facciamo?

Oméga annuì e balzò nella boscaglia. Stava camminando da poco, quando, un rumore lo fece voltare. Un lupetto sui cinque mesi circa si trovava davanti a lui. Il grosso canide notò la ferita sanguinante sul suo occhi sinistro. Accidenti, che ti sei fatto all'occhio? chiese. Il cucciolo lo guardò Mi chiamo Tabù, e l'occhio...lasciamo perdere. Oméga decise di ignorare il cucciolo e di tornare a cacciare, per cui, cominciò a correre, ma quel piccoletto, continuava a seguirlo. Alla fine riuscì a catturare un paio di scoiattoli e tornò da Ronald, sempre con la certezza che il lupetto lo stesse seguendo.

Oméga scrollò le spalle. Non ho idea da dove salti fuori, so solo che mi stava appiccicato e che non riuscivo a lasciarmelo dietro. Il canide si avvicinò alla lince e disse Vedi, non ti vogliamo far del male, piccolino. con la sua voce più dolce possibile, che era comunque un po' dura. Il lupacchiotto si avvicinò a Ronald. Io sono Tabù e ho circa 4-5 mesi. Sono un lupo. disse deciso, poi, si passò una zampa sull'occhio sinistro, pulendolo dal sangue.

Tabù squadrò Ronald, va bene, vedrò di fare qualcosa. disse, poi, trotterellò dalla lince. Non ti preoccupare, non ti accadrà nulla. Ti va di giocare a prendersi? l piccola lince annuì e i du cominciarono a giocare.
Ronald, che ne pensi del lupetto? Io non amo i cuccioli, ma ha fiato da vendere, e anche grinta, dato che mi ha seguito tutto il tempo. disse Oméga.

Hai ragione...ma non penso che ce lo dirà, anche lo sapesse. disse Oméga, Però non è la lince quello che mi incuriosisce; è la cicatrice del lupetto, quei quattro tagli che ha sull'occhio...vorrei sapere come se li è fatti. Oméga guardava i due giocare e in particolare Tabù, quel cucciolo nascondeva qualcosa...ne era certo.